L’ARC è un appuntamento irrinunciabile per molti velisti e quest’anno ha attirato ben 140 barche e 1000 persone le quali hanno navigato per 2700 miglia nautiche attraverso l’Atlantico da Gran Canaria a Santa Lucia (Caraibi). Nell’edizione di quest’anno, partita il 24 novembre, ha visto sulla linea di partenza anche Nicola Stedile socio e velista dello Yacht Club Čupa. Con un un equipaggio di 12 persone ha attraversato l’oceano a bordo del Vismara 62 Leaps & Bounds 2, vincendo la competizione sia in assoluto che in tempo compensato nella categoria “Racing II” dopo 12 giorni di navigazione senza soste. Nicola ha così commentato la regata: “Affrontare un Atlantico, al contrario dei vari racconti da banchina non è uno scherzo; il viaggio che si affronta ti porta inesorabilmente ai confini del mondo, ad un punto talmente remoto dalla terra ferma che ti sembrerà di non arrivare mai, dove tutto è un concentrato di riti quotidiani e cura di quella che non è più solo una barca che galleggia, ma una sorta di navicella spaziale, con sistemi di sostegno alla vita (generatore e desalinizzatore), materiale da lavoro e cibi. La parola d’ordine per tenere tutto in equilibrio si chiama rispetto, del mare, della barca ma soprattutto dei compagni di viaggio, dei loro lati del carattere, delle loro abitudini e dei loro spazi.”
“Abbiamo vissuto due fasi ben distinte, l’inizio con venti leggeri che ci ha spinti molto verso sud, quasi a sfiorare le dorate sponde del Senegal, a caccia dell’aliseo che stentava a farsi vedere. Nella seconda parte, non solo il vento si è manifestato in tutta la sua forza, ma anche i temporali e gli improvvisi colpi di vento qui chiamati “squalls” ci hanno dato filo da torcere, ma spingendoci veloci verso il continente americano.”
“Le emozioni sono presenti e molto forti, ma i marinai non le danno a vedere, anche quando incontriamo balene e testuggini, squali e pesci volanti, è l’oceano che mostra il suo lato più intrigante, e intransigente, come in occasione delle ricerche del ragazzo svedese di 33 anni caduto fuori bordo dal volvo 70 che ci ha impegnati per mezza giornata a scandagliare un tratto di mare assegnatoci da centro di salvataggio inglese, purtroppo senza l’esito sperato. L’oceano non concede errori, purtroppo.”
“Gli ultimi due giorni sono eccitanti, un susseguirsi di promesse e progetti una volta toccata la terra caraibica, un tempo che sembra non passare mai, che tramuta pensieri e angosce in energia travolgente al suono della tromba alla linea d’arrivo.”

Foto JK Čupa